2 ott./8 nov. 1944: la battaglia della Schelda

di Emanuele Paltrinieri

Dopo la conquista della Normandia, un nuovo ostacolo si frapponeva tra gli Alleati e la vittoria: la necessità di rifornire costantemente le truppe. Alla Prima armata canadese venne affidato il compito di mettere in sicurezza l’area costiera, in modo da sfruttarne i porti. Nel frattempo, gli Alleati pianificarono di annientare la resistenza tedesca in Belgio: venne così lanciata l’operazione “Market Garden” nel settembre del 1944.

A seguito del fallimento dell’operazione, la cattura di un porto diventò l’obiettivo primario. Tuttavia, la maggior parte delle strutture portuali era stata danneggiata o aveva dimensioni troppo ridotte per garantire un rifornimento efficiente. Le strutture portuali di Anversa erano inutilizzabili, dato che la città distava 80 km dal mare.

L’unica opzione era conquistare il territorio tra la città ed il canale della Manica, attraversato dall’estuario della Schelda e sotto il controllo tedesco.
La conformazione del territorio giocava a favore dei tedeschi: l’isola di Walcheren, collegata alla terraferma da una sottile lingua di terra, garantiva ai tedeschi il controllo della zona nord dell’estuario; l’area meridionale era caratterizzata da terreni sottratti al mare grazie ad un sistema di canali e non offriva copertura in caso di avanzata.

Carta tratta da Wikipedia

L’avanzata delle truppe alleate lungo il territorio della Schelda si dimostrò difficoltosa, poiché i tedeschi allagarono i terreni e si ritirarono nelle fortificazioni dislocate lungo le coste, costringendo gli alleati ad eseguire numerose operazioni anfibie. L’isola di Walcheren fu conquistata definitivamente l’8 novembre 1944.

La battaglia della Schelda ha ispirato il film “La battaglia dimenticata – The Forgotten Battle” (2020). 

La citazione

Nel settembre del 1944, il diciannovenne Tony Pearson venne inviato in Belgio come fante, dopo un breve addestramento da carrista. La giovane recluta non sapeva ancora quali difficoltà si sarebbero presentate. Pioggia, freddo, fango, fuoco dei mortai e dell’artiglieria tedesca e le voci dei commilitoni che urlavano

“State giù, tenete giù la testa”

Sono ancora vivide nella mente del veterano, al momento dell’intervista nel novembre del 2019, le immagini di alcuni ingegneri rimasti uccisi da un colpo di artiglieria ferroviaria, mentre stavano costruendo un ponte Baily, nonché della

“tensione nell’attraversare un fiume sopra piccole imbarcazioni […], dove un semplice incidente avrebbe potuto portare all’affogamento delle unità [canadesi]”.

Senza contare le difficoltà nei rifornimenti e la morfologia del territorio, caratterizzato da canali e strade rialzate.

Tim Cook, storico del Canadian War Museum, ha affermato correttamente che tutto ciò “evoca i ricordi di Passchendaele”.
Ricordi che sembrarono far riaffiorare il 13 ottobre del 1917, passato alla storia come Black Friday, quando il Black Watch Regiment di Montreal fu decimato mentre attaccava una ferrovia rialzata e rimase privo di comandanti.

La parola

OPERAZIONE ANFIBIA

Con operazione anfibia, si intende oggi un’operazione militare che si avvale delle navi per proiettare la potenza aerea e terrestre contro una zona ostile o potenzialmente ostile.

Gli Alleati furono costretti ad utilizzare operazioni anfibie per attaccare i tedeschi, i quali sfruttarono a scopo difensivo la morfologia del territorio olandese, costituito da canali e terreni piani sottratti al mare grazie ad un sistema di polder.

Importanti attacchi anfibi furono lanciati durante la battaglia della Schelda: nell’operazione “Switchback”, per aprire una via di rifornimento lungo il canale Leopold; nell’operazione “Vitality”, per liberare Zuid-Beveland; nell’operazione “Infatuate”, i canadesi utilizzarono questa manovra per approdare sull’isola di Walcheren ed eliminare la resistenza tedesca.


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