Montaperti nella Divina Commedia

Il 4 settembre del 1260 gli schieramenti guelfi e ghibellini di Toscana, capeggiati rispettivamente da Firenze e da Siena, si scontrarono a Montaperti, nel contado senese, vicino al fiume Arbia. La causa contingente dello scontro fu l’accoglienza da parte di Siena di alcuni ghibellini fiorentini fuoriusciti, tra i quali il celebre Farinata degli Uberti.

Traditori – Bocca degli Abati, incisione di Gustave Doré

Dante, per indicare la battaglia in Inferno X, durante l’incontro con Farinata, utilizza la perifrasi sopracitata, dal momento che lo scontro è ricordato come uno dei più sanguinosi del medioevo occidentale: i morti stimati ammontarono a più di diecimila, mentre i prigionieri superarono i quindicimila. Il grande massacro avvenne quando le truppe guelfe furono in rotta a causa del tradimento di Bocca degli Abati: questi, fiorentino, tradì il suo schieramento e tranciò la mano di Jacopo dei Pazzi, vessillifero guelfo, scatenando il panico tra le truppe fiorentine. Dante incontra il personaggio di Bocca degli Abati nel nono cerchio dell’Inferno, più precisamente nell’Antenora, fra i traditori della patria. Il “malvagio traditor” diviene nel poema dantesco il simbolo dei frequenti tradimenti che si verificavano negli scontri intra-cittadini, causa e allo stesso tempo conseguenza, secondo Dante, della decadenza morale e politica della Penisola.

Successivamente alla vittoria ghibellina i guelfi furono cacciati da Firenze fino al 1266, anno della battaglia di Benevento, la quale segnò la sconfitta definitiva dei ghibellini in Italia, coronata anche dalla morte del loro campione Manfredi e suggellata poi dalla vittoria di Tagliacozzo nel 1268.


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